La ricerca della precisione in campo è essenziale per Marco, ex calciatore diventato allenatore.
La sua carriera è in ascesa, la moglie Carla è il centro del suo mondo, i figli crescono.
Non desidera altro.
Poi Carla si ammala di cancro e Marco promette a se stesso di non lasciarla sola.
È l’inizio di un viaggio in una dimensione dominata dal disordine e dalla sconfitta, dove nessuno schema si rivela efficace.
Occorre immergersi a fondo per trovare le parole giuste, per quel poco che valgono.
Il chiasso dei giornali e della tifoseria è rumore di sottofondo.
Nella vita come nel calcio, la parte sommersa è quella che conta di più.
Si ricomincia ogni volta dalla concretezza del gioco e dalla dedizione al proprio compito per portare a termine la partita, la stagione, il progetto. In campo come in panchina.
Per favore non dite niente è liberamente ispirato alla storia di Cesare Prandelli, attuale allenatore della Nazionale, che nel 2004 lasciò la direzione tecnica della Roma a causa della grave malattia della moglie Manuela, poi scomparsa nel novembre del 2007.
“Era lei la mia priorità” ha dichiarato Prandelli in un’intervista rilasciata a “la Repubblica” pochi mesi dopo.
“La sua vita era la mia vita. Molti si sorpresero, per me invece fu una scelta naturale. Il calcio a volte ha paura della normalità.”
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