Un bambino è scomparso in un parco alla periferia di Roma.
Poco lontano dal luogo del suo ultimo avvistamento, la madre è stata trovata morta, decapitata.
Gli inquirenti credono che il responsabile sia il marito della donna, che in preda a un raptus avrebbe ucciso anche il figlio nascondendone il corpo.
Ma quando Colomba Caselli arriva sul luogo del delitto capisce che nella ricostruzione c’è qualcosa che non va.
Colomba ha trent’anni, è bella, atletica, dura.
Ma non è più in servizio.
Si è presa un congedo dopo un evento tragico cui ha assistito, impotente.
Eppure non può smettere di essere ciò che è: una poliziotta, una delle migliori.
E il suo vecchio capo lo sa.
Le chiede di lavorare senza dare nell’occhio al caso e la mette in contatto con Dante Torre, soprannominato “l’uomo del silos”, esperto di persone scomparse e abusi infantili.
Di lui si dice che è un genio, ma che le sue capacità deduttive sono eguagliate solo dalle sue fobie e paranoie.
Perché da bambino Dante è stato rapito e, mentre il mondo lo credeva morto, cresceva chiuso dentro un silos, dove veniva educato dal suo unico contatto col mondo, il misterioso individuo che da Dante si faceva chiamare “Il Padre”.
Adesso la richiesta di Colomba lo costringerà ad affrontare il suo incubo peggiore.
Perché dietro la scomparsa del bambino Dante riconosce la mano del “Padre”.
Ma se è così, perché il suo carceriere ha deciso di tornare a colpire a tanti anni di distanza?
E Colomba può fidarsi davvero dell’intuito del suo “alleato”?
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